Come è nato il turismo enogastronomico?
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Anolini: piatto tipico della tradizione parmigiana |
Ma come è nato questo tipo di turismo? Contrariamente
a quanto si possa pensare non sono stati né i cuochi, né i ristoratori gli
artefici di questo movimento, bensì i giornalisti e, in particolare, quelli
sportivi. Questi infatti erano inviati ogni domenica in città diverse a seguire
le partite. Era abbastanza ovvio che una volta completato il loro compito di
cronisti e inviato il proprio pezzo in redazione, avessero la necessità di
mangiare. Ed ecco che tutti loro si ritrovavano nel miglior ristorante della
città, spesso incuranti dei rimborsi spese. Alla fine del campionato ciascun
inviato si ritrovava nei suoi taccuini un vero e proprio database gastronomico.
Qualcuno di loro, possiamo citare Gianni Brera o Gianni Mura, recentemente
scomparso, hanno pensato di far fruttare queste loro esperienze gastronomiche,
pubblicando libri sull’argomento.
Il turismo enogastronomico si è sviluppato in
modo importante negli ultimi anni, dando vita ad un nuovo tipo di turista. È
quel turista che va alla ricerca di quel particolare sapore, di quel
particolare gusto, generalmente in piccoli borghi, lontano dalle mete
turistiche tradizionali. È quel turista che poi, attraverso i social media,
condivide la sua esperienza, facendo da veicolo pubblicitario per quegli stessi
borghi e aiutando in questo modo a mantenere in vita certe tradizioni antiche,
altrimenti destinate a scomparire inesorabilmente. È un turista sostanzialmente
curioso e per la sua curiosità fa volentieri uno sforzo per conoscere il luogo
attraverso il cibo.
Il turista enogastronomico, altrimenti definito
'gastronauta' o 'foody' in inglese, diventa il mezzo di propaganda migliore per
un prodotto e per il luogo in cui quel prodotto nasce. Il 'foody ' infatti sa
che è giusto provare la realtà vera del luogo in cui si viaggia, vivere
un assaggio di vita completa, di vera vita quotidiana. Di certo il 'foody' non
sarà mai quel tipo di turista che soggiorna in un resort con cucina
internazionale, perché del luogo non gli resterebbe nulla. Né sarà mai colui
che cerca la cucina del suo paese all'estero, perché per quanto possa cercarla,
non la troverà mai uguale, specialmente quella italiana. Poco importa se il
cibo del luogo visitato non sarà di suo gradimento, perché alla fine del
viaggio ritornerà comunque a casa sua e riprenderà anche tutte le sue abitudini
culinarie, alle quali sarà sicuramente affezionato.
L'enogastronomia è quindi
diventata un modo per attrarre turisti nei luoghi in cui il turismo
tradizionale, quello legato al mare o alla montagna, non è possibile. Oppure
per dare un nuovo impulso a quei luoghi che, pur avendo bellezze artistiche,
non possono competere con le grandi città d'arte. Questo tipo di turismo
diventa un volano per lo sviluppo economico, in particolar modo in campo
agricolo, nel quale sono state introdotte nuove realtà, quali l'agriturismo, le
fattorie didattiche, gli enomusei, i musei della tradizione contadina. E della
tradizione contadina fanno parte i piatti tipici, importanti per il loro
richiamo ai luoghi e alla loro storia. Per di più l'Italia è stata per molti
secoli un paese diviso, con la conseguenza che ogni regione ha sviluppato una
sua cultura del cibo, contaminata spesso dall'apporto di quei popoli che a più
riprese hanno invaso il nostro paese. Un patrimonio unico da preservare e
sviluppare, al di là del momento che stiamo vivendo; un patrimonio che, ne
siamo sicuri, ci aiuterà a ripartire.
Il turismo enogastronomico si
trova ad affrontare una situazione mai affrontata in passato. Tutti i settori
economici si preparano a ripartire, pur nell’incertezza. Per quanto riguarda quello
turistico, il Touring Club prospetta un futuro più povero, nel quale saranno
preferiti i viaggi corti e in famiglia. Inoltre, dovendo aspettare una
normalizzazione anche all’estero, il turismo italiano dovrà fare a meno degli
introiti dati dall’incoming, che oggi sono la maggior parte. Non è un quadro
roseo e questo ricadrà soprattutto sulle piccole aziende del settore. Confidiamo
nel fatto che noi Italiani abbiamo sempre dimostrato una grande capacità di inventiva.
E sicuramente ne occorrerà tanta.
Ben vengano quindi anche i 'Ristobond' di cui si parla in un altro articolo.
Ben vengano quindi anche i 'Ristobond' di cui si parla in un altro articolo.
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