La Patata di Bologna DOP.
Fra i tanti prodotti d’eccellenza
dell’Emilia-Romagna, un posto importante lo occupa la Patata di Bologna; si
tratta infatti dell’unica patata DOP d’Italia.
La sua storia inizia nel
diciassettesimo secolo, quando, come tutte le piante venute da paesi esotici,
si è iniziato a coltivarla come pianta medicinale. Soltanto nella seconda metà
del ‘700, grazie all’agronomo bolognese Pietro Maria Bignami, la patata viene
coltivata a fini alimentari. Bignami stesso sarà il primo a piantarla nei
terreni di sua proprietà e a scrivere un trattato sul modo di coltivarla e sui
suoi usi alimentari.
Durante il periodo delle guerre
napoleoniche, la coltivazione delle patate salva la popolazione bolognese dalla
fame e salva anche l’economia degli agricoltori, che vengono in seguito incentivati
a coltivarla in modo intenso. È soprattutto alla fine della Prima
guerra mondiale che la patata nell’economia del bolognese assume un ruolo
notevole, venendo anche esportata in vari paesi europei. Nel 1955 nasce la
varietà Primura che è quella che diventerà l’unica varietà che può fregiarsi
del nome di patata tipica di Bologna. Nella seconda metà degli anni ’70 viene
aperta una Borsa della Patata, dove produttori e commercianti si trovano a
stabilire i prezzi delle patate. Nel 1992 nasce il Consorzio della patata
tipica di Bologna che dieci anni più tardi inizierà l’iter per ottenere il
riconoscimento europeo DOP.
Dal 2012 la Patata di Bologna è a
Denominazione di Origine Protetta e come tale deve sottostare ad un
disciplinare che ne regola la produzione. Va detto che per avere il marchio DOP
un prodotto deve avere una filiera che si sviluppa interamente nello stesso
territorio. Per quello che riguarda la Patata di Bologna, il territorio è
quello dei comuni della Città Metropolitana di Bologna (ex provincia) che
stanno fra i fiumi Reno e Sillaro. La patata di Bologna è solo quella della
varietà Primura, i cui studi genetici sono stati sviluppati in Olanda nel
secolo scorso. Questo tipo di patata ha una forma che ricorda un uovo, buccia
liscia dal colore chiaro, polpa di colore giallo paglierino.
La sua coltivazione viene
preparata dalle piogge invernali da settembre a dicembre. Nei mesi di gennaio e
febbraio, il seme viene sottoposto a pre-germogliazione che servirà in seguito
per avere una produzione ottimale. A marzo avviene la semina, mentre la
raccolta avviene a luglio. Dopo la raccolta e fino al giugno successivo, le
patate vengono conservate in apposite celle ad una temperatura fra i 4 e i 7
gradi. La patata è messa in commercio un anno dopo la sua raccolta con il marchio
Patata di Bologna DOP.
Le patate di Bologna si trovano
in confezioni da 1,5 kg, 2 kg e 2,5 kg. Naturalmente sulla confezione devono
comparire il marchio del Consorzio di Tutela e il marchio DOP. Interessante
quello che c’è nella parte posteriore della confezione. In questa parte si
trova un QR Code che ci dice tutto sulla tracciabilità del prodotto.
Inquadrando il QR Code con lo smartphone, si ottiene un codice numerico da
digitare che identifica l’azienda agricola di produzione. Digitando questo
codice si ha la possibilità di sapere tutto sul produttore.
Quanto alla cucina, la patata
Primura si presta a qualsiasi utilizzo. Nel sito del Consorzio possiamo trovare
una serie di ricette sia di cuochi professionali, sia di blogger. Andando a
spulciare queste ricette si può notare che può essere consumato un pasto intero
a base di Patata di Bologna. Per esempio, si può iniziare da un antipasto di
patate, baccalà e pomodori, per proseguire con un primo di tortelli di patate
con bietoline, aglio, olio e pomodori secchi o, in alternativa, gnocchi con
cozze, pomodoro e pesto. Si passa poi ad un secondo di patate alla griglia con
alici gratinate, per finire con una torta di patate con ricotta e mandorle. L’accompagnamento
potrebbe essere con un Sangiovese di Romagna, vista anche la vicinanza
geografica, anche se le patate si prestano a vari abbinamenti, a seconda di
come vengono cucinate.
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