Rivista di divulgazione turistica ed enogastronomica a cura di Alberto Zanichelli

Considerazioni sul turismo dopo le riaperture regionali del 3 Giugno.


Il 3 Giugno รจ diventata una data fatidica; da quel giorno diventano un ricordo le autocertificazioni e le limitazioni agli spostamenti fra le regioni. In Italia ora si puรฒ andare ovunque, anche se alcune regioni hanno cercato di porre dei limiti. 

รˆ il caso della Sardegna, il cui governatore Solinas ha piรน volte parlato di un certificato sanitario per entrare nell’isola, cosa che alla fine รจ caduta, ma credo anche, al di lร  della sua incostituzionalitร  sostenuta dal ministro Boccia, che gli stessi operatori turistici sardi non sarebbero stati molto contenti di queste limitazioni. Ogni regione ha cercato di salvaguardarsi a suo modo dal rischio contagio, tutt’altro che finito, ma alla fine si รจ trovata una soluzione comune. Penso che oltre questa data non si potesse andare: il turismo ha bisogno di ripartire al piรน presto, perchรฉ purtroppo l’estate รจ corta e il tempo corre.

Il turismo si trova a dover fronteggiare diversi ostacoli, vediamo quali. In primis le norme di distanziamento sociale che, giocoforza, non permetteranno alle strutture di fare il pienone, come poteva essere in altri anni. In piรน c’รจ da dire che le stesse strutture hanno giร  speso parecchi soldi per adattarsi a questa situazione che difficilmente potrร  cambiare nel corso della prossima estate. รˆ chiaro che dovranno ridurre le spese, per esempio non facendo ricorso ai lavoratori stagionali, il che creerร  disagio sul piano della disoccupazione, ma il pericolo รจ che aumentino i prezzi. C’รจ anche una grossa incognita: gli stranieri. Dal 15 Giugno tutti i cittadini dell’area Schengen e della Gran Bretagna potranno venire in Italia e senza quarantena, ma la domanda รจ: verranno? Magari si sono giร  organizzati per andare altrove e riorganizzarsi all’ultimo momento non รจ facile. Di certo perรฒ non ci sarร  l’apporto di quei paesi extraeuropei che solitamente scelgono l’Italia per i loro viaggi, come Cina, Giappone e Stati Uniti. Quindi si prospetta un turismo basato sulle corte distanze e casalingo. Chi andrร  in albergo inoltre non troverร  piรน il buffet della colazione, che certamente era uno dei punti forti. Non รจ un problema da poco, perchรฉ la colazione a buffet aveva ormai assunto un valore esperienziale che nel viaggio ora viene meno. Le soluzioni possono essere diverse: colazione servita dai camerieri al tavolo, in camera o preparata da ditte esterne; i problemi si presentano in tutti e tre i casi. Nel primo caso c’รจ un problema di costi maggiori di personale, senza contare che spesso non c’รจ lo spazio fisico per muoversi e rispettare il distanziamento. Nel secondo caso c’รจ il problema che le colazioni devono essere preparate e consegnate dall’albergo quasi in contemporanea per tutte le camere e questo diventa poco fattibile. Nel terzo caso si evita all’albergo i costi di magazzino e di spreco alimentare, ma a quel punto francamente piuttosto che ricevere una scatola giร  confezionata, si andrebbe a far colazione al bar, fuori dall’albergo.

Una recente statistica ci dice comunque che il 20% degli Italiani quest’anno non andrร  in vacanza e questo nonostante il bonus. Sappiamo che in molte famiglie lo spettro della cassa integrazione e della perdita del lavoro sono purtroppo realtร . La maggior parte di chi invece riuscirร  a farsi qualche giorno di vacanza lo farร  in auto, evitando quindi l’aereo e le mete troppo lontane, in un raggio di 250-300 chilometri al massimo e per la maggior parte sceglierร  il mare. A questo proposito sembra che il bonus-vacanze sia stato concepito proprio per questo. Oltre al fatto di essere stato approvato giusto alla vigilia della stagione balneare, c’รจ in piรน che si deve utilizzare in un’unica struttura. Possiamo quindi dedurre che, se una famiglia di tre o quattro persone prenota un albergo per quattro giorni e molti alberghi stanno giร  predisponendo questi pacchetti, sicuramente riesce a spendere i suoi 400 euro di bonus; ricordiamo infatti che solo l’80% รจ spendibile direttamente tramite sconto, mentre l’altro 20% sarร  detratto dalle tasse. Se invece la stessa famiglia si reca in una cittร  d’arte, dove generalmente si resta solo una notte, spendere quella cifra in una sola struttura diventa difficile. Per questo gli operatori turistici delle cittร  d’arte si lamentano di questo paletto. Inoltre, si lamentano anche di un altro paletto, quello riguardante il limite Isee di 40000 euro. Anche in questo caso le cittร  d’arte si sentono penalizzate, visto che la maggioranza dei loro alberghi รจ di fascia superiore (4 o 5 stelle) e quindi difficilmente accessibili ai redditi medio-bassi. L’idea che avrebbe accontentato tutti, secondo le associazioni turistiche, sarebbe stata quella di alzare il limite di spesa, quindi oltre i 500 euro, utilizzare il bonus come un pacchetto spendibile in strutture diverse e per tutti, indipendentemente dal reddito. La critica che รจ stata fatta a questo provvedimento รจ quella che si รจ scelto un intervento assistenzialistico per le famiglie, anzichรฉ di sostegno a fondo perduto per le imprese turistiche.

Sul numero di oggi (3 Giugno) di Gambero Today, la newsletter di Gambero Rosso, si parla della ripartenza nel settore enoturistico. Viene messo in evidenza come il settore abbia fatto grandi numeri nel 2019; numeri che ovviamente nel 2020 saranno ben diversi. Ma il messaggio per gli imprenditori vinicoli deve essere quello che, grazie ai numeri dell’anno scorso, la cultura del vino รจ una cultura giร  diffusa e che quindi la ripartenza deve essere vista come uno sprone a ricominciare, in sinergia con tutto il comparto agro-alimentare-gastronomico. Il presidente dell’associazione Cittร  del Vino, Floriano Zambon, parla della necessitร  di avere al piรน presto contributi regionali e nazionali, con i quali poter sviluppare sia le infrastrutture fisiche, sia quelle digitali, visto che in molte zone manca ancora una copertura di rete. L’associazione propone di dedurre ai fini Irpef le spese relative alla ripartenza del settore vitivinicolo, incentivare insediamenti abitativi nelle zone di produzione, che hanno una qualitร  della vita superiore rispetto allo standard e potenziare la digitalizzazione, che deve essere vista come un’attivitร  a supporto della vendita e come integrazione del turismo vitivinicolo, un tipo di turismo per lo piรน escursionistico, volto soprattutto all’acquisto, degustazione e visita alle cantine.

Un turismo, quello vitivinicolo, che ha giร  trovato le sue regole. รˆ nato infatti il 27 Maggio, il protocollo denominato ‘Tranquillamente enoturismo’, che fornisce regole chiare e precise e soprattutto standard, a tutti gli operatori del settore e agli stessi turisti. In questo protocollo vengono illustrati i punti critici di una visita ad un’azienda enoturistica e come affrontarli in questo periodo di pandemia. Questo protocollo verrร  utilizzato anche in altri paesi, per la precisione Francia, Spagna, Argentina, Brasile, Sudafrica, Cile e Messico.


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