PRANZO AL RISTORANTE ‘AL VEDEL’ DI COLORNO.
Quindi non basta più mangiare, ma
si deve gustare, ci si deve immergere interamente nei sapori che ci vengono
proposti da chef sempre più preparati e competenti. Anche noi (io e mia moglie)
ci stiamo orientando verso questo approccio nei confronti dei ristoranti e
cerchiamo quindi quel qualcosa che faccia di un pranzo o di una cena
un’esperienza, possibilmente indimenticabile.
E in questa ottica abbiamo scelto di pranzare al ristorante
‘Al Vedel’ di Colorno, un ristorante a conduzione familiare, che peraltro
conoscevamo già. Il ristorante ha questo nome dal 1976, ma negli stessi locali
in passato avevano già avuto la loro sede due trattorie di proprietà della
stessa famiglia. Il ristorante fa parte del consorzio Parma Quality Restaurant,
che ha lo scopo di valorizzare la cucina del territorio, facendo anche
innovazione, ma nel rispetto delle tradizioni. Il ristorante collabora con
varie scuole di cucina, in particolare con Alma che ha la sede proprio a
Colorno. Qui gli aspiranti chef vanno a fare uno stage, imparando le tecniche
usate nei ristoranti di qualità, sia in cucina, sia in sala. Al ristorante è
abbinato il salumificio ‘Podere Cadassa’ e tutti i salumi prodotti vengono
proposti nel menù. Si viene accolti e accompagnati al tavolo da un cameriere,
che offre anche un aperitivo di benvenuto. La scelta dei vini si fa con un
tablet, mentre il menù è cartaceo, come del resto prevede il decreto
ministeriale in tempi di Coronavirus. Per il vino abbiamo scelto un Fortana del
Taro, vino rosso tipico della bassa parmense a Indicazione Geografica Tipica,
prodotto soprattutto nel comune di San Secondo e a cui è dedicata anche una
sagra in settembre. Come antipasto non ci si può esimere dall’assaggio del
Culatello prodotto dagli stessi proprietari. È la specialità della casa e non
assaggiarlo sarebbe un peccato. Optiamo pertanto per il piatto comprendente tre
diversi periodi di stagionatura: 16, 26 e 38 mesi. Naturalmente la scelta degli
antipasti di salume è molto varia: oltre al culatello, si può trovare la
pancetta, la spalla cruda, la spalla cotta e i vari tipi di salame derivati
dagli scarti della lavorazione del culatello, come lo strolghino, il gentile e
la mariola, tutti di produzione propria. La scelta del solo culatello è dettata
anche dal non voler esagerare, per lasciare spazio alle altre pietanze.
Fra i primi non possono mancare quelli della tradizione locale: anolini e tortelli d’erbetta. Sono piatti che comunque si mangiano spesso, per cui vado sulle Tagliatelle verdi al pesto di basilico, con seppia e bottarga. Trovo molto interessante questo abbinamento terra-mare ed essendo un amante del pesto, soddisfo le mie papille gustative. Mia moglie, amante invece del riso, opta per un Risotto con rape rosse e fonduta di Gorgonzola. Me ne fa assaggiare un po' e così la mia bocca viene inondata dal sapore del formaggio che si scioglie e le mie papille ringraziano. Anche per i secondi scegliamo due piatti diversi: pollo dorato con millefoglie di patate e rosmarino per me, faraona con funghi porcini, cipolla dolce e polenta arrostita per mia moglie. Il pollo è ricoperto con una pastella che lo rende dorato, ma quello che trovo interessante nel mio piatto è la millefoglie di patate. È la prima volta che mangio le patate cucinate in questo modo e devo dire che è una bella scoperta. La faraona è ben condita con quel sugo di funghi e cipolle che ne arricchisce il sapore.
Per il dolce la scelta era già stata fatta in precedenza. Infatti, l’occasione per mangiare fuori era il compleanno di mia moglie, per cui mi ero già accordato con il ristorante per un dolce fatto da loro stessi. Si tratta di una meringata con frutta selvatica. Il cameriere la serve su un vassoio di marmo, decorato con strisce di sciroppo di frutta e con l’immancabile candelina accesa. Fatte le foto di rito, mangiamo solo una fetta ciascuno, d’altronde lo stomaco ha i suoi limiti; il resto ci viene consegnato per consumarlo a casa nostra. Nel caffè trovo un tocco di classe: viene servito in una tazzina coperta, in modo che sia il suo calore, sia il suo aroma non si disperdano.
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