DECRETO AGOSTO: QUALI VANTAGGI PER IL TURISMO?
Parliamo prima di tutto del contributo che riguarda i
ristoranti. Il governo ha stanziato 600 milioni per gli aiuti ai ristoranti che
abbiano avuto una perdita di almeno il 25% del fatturato, nel periodo
marzo-giugno 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019. A coloro che abbiano
aperto l’attività dopo il 1° gennaio 2019, non sarà richiesta la documentazione
della perdita. Questo bonus a fondo perduto è chiamato ‘bonus filiera’ e pone
come ‘conditio sine qua non’, che il ristorante si rifornisca con prodotti italiani.
Secondo il ministro dell’agricoltura Bellanova, questo provvedimento permetterÃ
il rilancio economico dei ristoranti che si sono trovati a far fronte a costi enormi
per via del distanziamento e servirà anche ad invogliare alla riapertura quelli
che invece non hanno riaperto. Il decreto prevede che il ristorante faccia
domanda attraverso una piattaforma che verrà predisposta ‘ad hoc’, presentando
i documenti che attestino gli acquisti e un’autocertificazione in cui si
dichiara di avere i requisiti per ottenere il bonus. Al momento dell’accettazione
della domanda, l’impresa riceverà il 90% del bonus, mentre il restante 10% sarÃ
versato al momento della quietanza delle fatture d’acquisto. Non è stato
inserito in questo decreto il bonus consumi, cioè il rimborso del 20% che
riguardava i clienti dei ristoranti. Se ne era parlato nei giorni precedenti
all’approvazione del decreto, ma poi non se n’è fatto niente. Forse verrÃ
riproposto più avanti, magari l’anno prossimo, sempre secondo il ministro
Bellanova.
Il bonus filiera coinvolge direttamente il comparto agro-alimentare ed è stato accolto positivamente dalle associazioni di categoria. La Confagricoltura si è detta soddisfatta, perché ci sono le premesse per una collaborazione fra tutti i protagonisti del settore agro-alimentare, dalle imprese ai consumatori. Inoltre, è stato posto l’accento sul fatto che si sia data importanza alla domanda interna, mentre finora il settore era stato alimentato dalle esportazioni. Coldiretti sostiene che si sia aperta una nuova strada per ottimizzare l’utilizzo delle risorse. Inoltre, afferma che bisogna arrivare a portare in tavola la trasparenza, imponendo anche ai ristoranti di indicare nei menù l’origine degli alimenti serviti, combattendo in questo modo il falso Made in Italy. Confederazione Italiana Agricoltura (CIA) rivendica di aver sempre sostenuto lo stretto legame esistente fra il settore agro-alimentare e l’Ho-Re-Ca. Il decreto agosto dà una boccata di ossigeno a quelle imprese che hanno come unico sbocco commerciale il settore della ristorazione. È in sostanza un aiuto concreto a quelle imprese che hanno garantito cibo fresco a tutti, in questo periodo di crisi.
A margine del provvedimento segnaliamo l’iniziativa della
regione Emilia-Romagna che ha rivolto lo sguardo verso gli agriturismi e le
fattorie didattiche. Naturalmente anche queste realtà sono state pesantemente
colpite dalla pandemia e anche dall’anticipata chiusura delle scuole. La regione
ha emesso un bando per mettere a disposizione tre milioni di euro a fondo
perduto per sostenere la liquidità delle aziende. Gli agriturismi potranno
usufruire di un contributo una tantum di 2000 euro, mentre 1000 euro sarà la
quota spettante alle fattorie didattiche. L’assessore regionale all’agricoltura
Alessio Mammì, ha dichiarato che queste realtà vanno sostenute in quanto molto
importanti per la trasmissione della cultura del cibo, per la conoscenza di
quello che mangiamo e del percorso che il cibo fa dalla terra alla tavola.
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