TORTELLI D’ERBETTA: LA TRADIZIONE E LE VARIANTI.
Avete presenti i tortelli d’erbetta? È un piatto della tradizione parmigiana molto conosciuto, anche da chi non è di Parma. I tortelli in senso generale si trovano anche nel reggiano e nel mantovano, sebbene spesso il ripieno non sia uguale a quelli parmigiani, specialmente nel mantovano dove vanno di più i tortelli di zucca, essendo tra l’altro la provincia di Mantova uno dei maggiori produttori di questo ortaggio. Altre varianti dei tortelli sono quelli con ripieno di patate o di castagne, mentre la pasta che avvolge il ripieno è sostanzialmente la stessa.
Torniamo ai tortelli d’erbetta;
quando sono nati? In realtà non si sa, ma si sa per certo che nel 1196
Benedetto Antelami li ha mangiati in un banchetto nel quale si festeggiava la
fine del cantiere del Battistero. Ma se l’Antelami li ha consumati a quell’epoca,
certamente già li conosceva, per cui la loro origine è sicuramente più antica,
ma di quanto non si sa. La cosa interessante, come vedremo poi descrivendo la
ricetta, è che fra gli ingredienti della pasta ci sono ben tre derivati del
latte: ricotta, burro e parmigiano. Tutti e tre vengono dalla stessa
lavorazione del formaggio. Il burro deriva dalla panna che affiora dopo che il
latte appena munto viene lasciato riposare una notte. La panna raccolta viene
messa nelle zangole, macchine che agitano la panna e ci danno il burro. Come è
noto, al latte scremato viene aggiunto quello della mungitura del mattino e da
lì inizia la lavorazione che porterà alla produzione del Parmigiano-Reggiano,
altro ingrediente fondamentale nella preparazione dei tortelli. C’è però una
parte liquida di scarto che non viene buttata; l’ingegno contadino di un tempo
evitava lo spreco. Questa parte apparentemente da scartare, viene di nuovo
cotta, da qui il nome ricotta, e ne esce un formaggio molto leggero,
praticamente privo di sale, ottimo per i ripieni e non solo per quello dei
tortelli. Un consiglio è di assaggiare la ricotta col miele, può essere anche
un ottimo dessert.
Veniamo adesso alla ricetta
tradizionale e per questo ci affidiamo ad Academia Barilla, quindi al top della
gastronomia.
INGREDIENTI:per 4 persone
Per la pasta all’uovo
300 g di farina “00”
3 uova
Per il
ripieno:
300 g Ricotta
350 g Erbette o bietole
100 g Parmigiano Reggiano grattugiato
1 Tuorlo
Sale-pepe q.b.
Noce moscata q.b.
Per il condimento:
70 g Burro
60 g Parmigiano reggiano grattugiato
PREPARAZIONE:
Portate dell’acqua al bollore in una casseruola capiente.
Nel frattempo, sulla spianatoia disponete la farina a fontana, rompete le
uova al centro della farina e impastate fino a ottenere un impasto liscio e
omogeneo. Avvolgete l’impasto nella pellicola per alimenti e lasciatelo
riposare per 20 minuti.
Ora mondate le erbette ed eliminate le coste, trattenendo solo le foglie.
Fate bollire nella casseruola in acqua salata e una volta lessate, scolate e
strizzate.
Sminuzzate le erbette, aggiungete la ricotta, un tuorlo, il Parmigiano
Reggiano grattugiato ed impastate sino ad ottenere un composto consistente ed
omogeneo.
Aggiungere un pizzico di sale e noce moscata a piacere.
Per dar forma ai tortelli tirate la sfoglia non troppo sottile con l’aiuto
di un mattarello.
Formate dei quadrati di 5 cm di lato aiutandovi con una rotella dentata.
Disponete al centro dei quadrati di pasta un cucchiaino di ripieno.
Ripiegate il foglio di pasta sopra ogni mucchietto in modo da ottenere un
rettangolo facendo attenzione a chiudere bene la pasta attorno al ripieno e
lungo i bordi in modo che i due lembi non si stacchino durante la cottura.
Cuocete i tortelli così realizzati in abbondante acqua salata.
Scolateli con cura facendo attenzione a non romperli ed eliminate l’acqua
di cottura.
In una terrina condite i tortelli con burro fuso e Parmigiano Reggiano
grattugiato.
Servite ben caldi.
Questa, come detto, è la ricetta tradizionale. È chiaro che certi
passaggi possono subire delle variazioni a seconda dei gusti personali. Per esempio,
pepe e noce moscata possono anche non piacere a tutti, specialmente a coloro
che non amano il piccante o non possono mangiarlo per motivi di salute.
Ma ci sono anche altre varianti che derivano o da errori o da diverse
opportunità. È successo in casa mia. Da un po' di tempo mia mamma, che non è
una cuoca professionista, ma posso garantire che sui tortelli non ha niente da
imparare, ha iniziato a fare dei tortelli più piccoli che cuociono in meno
tempo. Anziché i 5 cm. Di lato come da ricetta, i suoi tortelli sono circa la
metà, praticamente come dei ravioli; resta inalterato il ripieno e, garantisco
anche questo, il gusto, molto delicato.
Rimanendo nell’ambito familiare, mia moglie un giorno ha cotto i
tortelli di mia madre non nell’acqua salata, ma nel brodo, come se fossero
cappelletti. In teoria si è trattato di un errore, ma in pratica non è stato
così. I tortelli hanno acquisito anche un ulteriore gusto tutt’altro che
sgradito, che non copriva il gusto originale. Magari provatelo come
esperimento; va benissimo anche il brodo preconfezionato del supermercato.
I tortelli d’erbetta sono un piatto P.A.T., cioè Prodotti
Agroalimentari Tradizionali. Come tale questo piatto è inserito in un elenco
del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, a cui è
affidato il compito di promuoverne la conoscenza a livello nazionale e
internazionale. Sono prodotti che non possono essere dichiarati DOP o IGP, in quanto
di nicchia e il cui requisito principale è quello di essere ‘ottenuti con metodi di lavorazione,
conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il
territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non
inferiore ai venticinque anni’.
Alla prossima con altre ricette e suggerimenti sulla cucina parmigiana.
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